L’ARMONIA DEL MONDO DALL’ANTICHITÀ ALL’EPOCA MODERNA

“Coloro che credono che il mondo manifesto sia governato dalla fortuna o dal caso e che dipenda da cause materiali, sono ben lontani dal divino e dalla nozione di Uno”.
Plotino (1)

Questo articolo si propone di offrire al lettore un viaggio storico nel modo di concepire l’Armonia Mundi con la speranza che essa possa essere riconosciuta ai giorni nostri, in una società che procede sempre di corsa, poco attenta alla natura, ai suoi ritmi e così scissa dai misteri profondi che abitano l’Universo, la psiche collettiva e quella individuale.

Armonia deriva dal greco harmonia, accordo, unione: è colei che fa di elementi diversi una cosa sola ed è capace di accordare il singolo a ciò che è all’altro da sé in una armoniosa sinfonia.
Ci parla della relazione esistente tra gli organismi che popolano la terra: non siamo esseri separati ma parti di un tutto.

… relazione … legame …
(Illustrazione delle corrispondenze universali del cosmo: al centro l’Anima Mundi “Integra Naturae Speculum Artisque Imago” – specchio dell’intera natura e immagine dell’arte – ) (2)

La troviamo già nel pensiero mitologico.
Nella legenda tebana Afrodite, dea dell’amore, ed Ares, dio della guerra, diedero alla luce Armonia, la “unificatrice (K. Kerényi in “Gli dei e gli eroi della Grecia”).
La filosofia greca mantiene una concezione della natura come vivente e armonica e procede nell’indagare l’origine dei rapporti fra gli elementi senza ricorrere più a spiegazioni basate sul mito.
In Eraclito si narra dell’unità dei contrari: l’armonia del mondo è cantata come armonia (unità) non visibile nascente da polarità opposte che in superficie lottano fra di loro, ma nel profondo vivono in equilibrio, l’una in virtù dell’altra.
Nella dottrina neoplatonica l’intero universo trae origine da un principio definito “Uno” e l’uomo può tornare alla sua unità con il tutto (definita “Anima del Mondo”) mediante un rientro alla sua anima, riacquistando il “Nous” che è contemplazione di Sé.
L’anima del mondo ricorre anche in Plotino. Essa è il principio unificante della Natura, le cui parti sono in relazione reciproca grazie a intime connessioni: in qualche modo i singoli esseri viventi, portatori di specificità individuali, hanno una comune anima universale che li lega tra loro (3).
Nel medioevo si afferma la dottrina della simpatia di tutte le cose che considera la Natura, similmente al pensiero cinese, un’unità psicofisica e un’entità dotata di un nesso unitario invisibile (4).

… nesso unitario invisibile …

Nel cristianesimo l’Armonia viene situata nel Regno di Dio: solo nella nuova terra e nel nuovo cielo, alla fine del mondo, è possibile ritrovarla. Essa è intesa come una nuova alleanza tra Dio e le anime dei fedeli.
Nel XVII e XVIII Secolo la visione dell’armonia prestabilita proposta da G. W. Leibniz si affianca alla concezione meccanicistica della natura.
Da una parte il Razionalismo con Galileo e Cartesio. La ragione è l’unico strumento di conoscenza: è certo solo ciò di cui non si può dubitare e che si può conoscere e verificare con la logica.
L’armonia del mondo, invece, accessibile attraverso una conoscenza sensibile non razionale e certa, inizia ad essere messa in ombra a vantaggio di un ideale di oggettività che apre al dualismo e che separa – disgiunge il mondo sacro dal profano, il corpo dall’anima e favorisce uno sviluppo prevalentemente tecnico.
Dall’altra parte la “Monadologia” di Leibniz (5) che abbraccia ancora una concezione simbolica dell’uomo come espressione microcosmica del macrocosmo. Secondo questo pensatore il Cosmo è retto da un’armonia prestabilita e le sue parti sono monadi individuali. Queste ultime contengono al loro interno un’immagine della struttura dell’universo (ogni monade è specchio vivente del cosmo) e sono sensibili ai processi delle altre monadi e dell’universo.
Questo principio di armonia prestabilita, che per Leibniz tiene insieme il corpo e l’anima, sarebbe semplicemente il modo in cui l’universo é ed è ciò che l’antico cinese Lao Tse chiamò Tao.

(Tao significa armonia, ordine. Indica l’origine non manifesta di tutti i fenomeni)

Solo con il prevalere della meccanica di Newton sulla dinamica di Leibniz il principio di causalità inizia a dominare la scena: la natura non è più percepita come armonica, essa diviene una macchina, le sue parti sono componenti passive che entravano in relazione secondo il principio di causalità… essa cessa di essere vista come una entità Vivente ed Armonica di cui ciascuno di noi è parte… Tuttavia …

“Le macchine che danno l’abbondanza ci hanno lasciati nel bisogno. La nostra sapienza ci ha reso cinici, l’intelligenza duri e spietati. Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che macchine, l’uomo ha bisogno di umanità. Più che intelligenza, abbiamo bisogno di dolcezza e bontà. Senza queste doti la vita sarà violenta e tutto andrà perduto.”
Charlie Chaplin

Dal XX Secolo l’armonia del mondo è ritornata sul palcoscenico delle riflessioni umane grazie alle scoperte della fisica del caos, della relatività e dei quanti.
Il tema dell’Armonia del Mondo continua a raccontarci di un modo di sentire la vita e di sentirci appartenenti ad essa.
E’ chiaro che ciascuno di noi nasce e vive nel mondo, il pianeta Terra, ma è necessaria sensibilità, riflessione e auto – riflessione di sé in relazione a ciò che ci circonda e ci abita interiormente per riscoprire che il nostro Mondo è un sistema armonico.

… serve anima …

Quando impariamo ad osservare e ad ascoltare ciò che ci circonda possiamo scoprire che il Cosmo è un organismo vivente, che possiede un’Anima Universale.
L’Armonia Mundi è, quindi, un principio unificante: parla di un connettersi di unità del mondo, unità dell’oggettivo e del soggettivo, del materiale e dello spirituale, dell’individuo con ciò che lo circonda sia esso il suo mondo interiore o un suo simile, la natura, il cosmo o i suoi misteri.

…un unico confluire, un unico cospirare, sentendo tutto insieme…
Illustrazione di James R. Eads

BIBLIOGRAFIA
(1) Plotino e Cilento, V. (1997). Enneadi. Torino: UTET.
(2) Fludd, R. (1617). Utriusque Cosmi maioris scilicet et minoris metaphysica atque technical Historia.
(3) Lamendola, F. (2010). Analogie e differenze fra Plotino e Jung nel pensiero di James Hillman. Bologna: Arianna Editrice.
(4) Von Franz, M. L. (1992). Psiche e Materia. Torino: Bollati Boringhieri.
(5) Progoff, I. (1973). Le dimensioni non-causali dell’esperienza umana. Jung, la sincronicità e il destino dell’uomo. Roma: Casa Editrice Astrolabio.

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